Da dove vengo…
Parte 1 Ritorno a casa dopo la “cattura” del Movimento Cattolico dei Focolari
All'età di 7 anni, un’ amica di scuola mi mise in contatto con il movimento dei Focolari, un'organizzazione mondiale riconosciuta dalla Chiesa cattolica romana e fondata da una donna, Chiara Lubich, in Italia. Il movimento dei Focolari ha avuto un'influenza sempre più dominante sulla chiesa sin dalla sua fondazione dopo la seconda guerra mondiale.
Da bambina, ho partecipato agli incontri annuali e agli incontri estivi, le cosiddette Mariapoli, dove i Focolari ci hanno insegnato la visione di Chiara Lubich del Vangelo come una linea guida per il suo "Ideale" secondo cui tutti i popoli avrebbero vissuto insieme nell'amore. Ero critica per natura e avevo grandi domande sulla mia esistenza di bambina in affidamento, ma ancora più grande era il mio desiderio di condividere il mio essere spirituale con altre persone, ed il movimento dei Focolari sembrava offrire una struttura moderna che soddisfava questa mia esigenza . Volevo approfondire la mia relazione con Dio, un Dio che vedevo più come una saggezza luminosa che come il "padre amoroso" presentato dai Focolarini. Ho adottato simboli ed espressioni dei Focolari per esprimere la mia esperienza più profonda, ma per il resto giocavo liberamente con i bambini presenti, che si chiamavano Gen, Generazione Nuova.
Quando ho conosciuto i Focolari nel 1974, non sapevo quasi nulla del mio background biologico. Non c'erano nemmeno media che dessero esempi positivi di bambini in affido, il che faceva presumere a tutti che venissi da un passato problematico, forse trascurato o povero, e forse ingestibile; materiale per film e musical strappalacrime che veniva proiettato su di me. Anche i Focolari mi vedevano così, e i leader erano convinti di darmi una base migliore attraverso il loro Ideale. Da devoti cattolici romani che hanno preso la vergine Maria come esempio, mi vedevano attraverso la loro immagine di cura e servizio al prossimo. Ma a dire il vero, per capire da dove vengo si deve tener conto di tutti I dettagli della mia storia.
Undici anni prima della mia nascita, il 1° febbraio 1953, si verificò il più grande disastro causato da alluvione nei Paesi Bassi, che in una notte uccise 1.836 persone nella provincia della Zelanda.. Tra loro c'era quasi tutta la mia famiglia biologica materna. Questo trauma familiare fu talmente duro per mia madre che non fu in grado di prendersi cura di me quando naqui nel 1964. Non era sposata con mio padre, che proveniva da una famiglia molto ricca che si rifiuo’ di riconoscermi come sua figlia. Mio padre mi affido’ ai servizi di protezione dell'infanzia, continuando pero’ a darmi attraverso quell’agenzia importanti aiuti finanziari avendo cosi’ un'influenza significativa sui miei studi. Ovviamente, da bambina non ne ero al corrente e ne sono venuta a conoscenza solo quando sono diventata adulta. Ho vissuto per poco tempo in un orfanotrofio fino a quando, dopo un'attenta selezione, sono stata affidata ai miei genitori affidatari. Persone meravigliose e adorabili che non volevano partecipare al movimento, ma erano facilmente liquidate dai Focolari come semplice rigugio di una "vittima", Rosh, che veva semplicemente bisogno dell'amore di Dio da parte dei Focolari e che avrebbe ricambiato con un'enorme gratitudine. A casa, però, eravamo ben consapevoli che la mamma desiderava avere dei figli e che io e mio fratello eravamo una benedizione per i miei genitori. Eravamo visti come un dono speciale e non dati per scontato. L’ambiente familiare era molto positiwo mentre i Focolari mi trattavano soprattutto come un progetto drammatico, codi’ come tante altre persone venivano trattate come progetti nel loro desiderio di creare una grande famiglia di Dio.
Ho ancora ricordi della casa dei bambini, delle lenzuola bianche e delle sbarre del mio letto. Ma soprattutto sentivo che dovevo fare del mio meglio per farmi sentire tra gli altri bambini che urlavano. Quindi sono rimasta estremamente attenta ai suoni ambientali per anni, probabilmente nel tentativo di proteggermi da situazioni incerte e sconosciute. Nei Focolari c'era la stessa atmosfera gentile della casa dei miei genitori affidatari e ho iniziato gradualmente ad essere introdotta a intuizioni e panoramiche spirituali (o sagge) che erano pure e nitide. I Focolarini, però, erano scioccati dalle mie domande difficili e critiche sulla fondatrice Chiara Lubich. Perché Chiara era davvero adorata nel movimento, ma mi sembrava che la sua piccola storia venisse gonfiata a dismisura. Una storia che è stata ripetuta alla lettera dai Focolarini, ma che non riusciva a convincermi . Fin dalla nascita ho osservato con attenzione le persone: se agivano con amore, avevano la mia fiducia, altrimenti non c’era niente da fare. Chiara aveva molte belle parole, che avevano un effetto ipnotico su molti Gen. Io pero’ non capivo perché il mio amore per Dio dovesse esprimersi in azioni specifiche. E perché tutto doveva essere colorato di euforia. Perché continuare a ripetere la storia di Chiara quando c'erano esperienze molto piu’ rilevanti e le considerazioni personali delle persone intorno a me? Avevo più fiducia nel patto che i giovani Gen stringevano tra loro di mantenere 'l'amore reciproco' l’una per l’altra. Sapevo che la vita non era fatta di belle parole, ma di rispetto reciproco e attenzione nella pratica: la mia madre adottiva non mi aveva dato alla luce, ma lei e papà erano le persone più pure perché pur non avendo “diritti” biologici mi aprivano completamente il loro cuore come ad un figlio. Per questo le parole di Chiara non mi colpivano, ho avuto genitori affettuosi e attenti che non avevano bisogno di tante parole. Quindi, a differenza di molti giovani Gen, mantenevo le distanze dentro di me. I pensieri e gli scritti di Chiara sull'Unità, tuttavia, avevano un chiaro effetto ipnotico, e sentirla parlare con parole euforiche combattive, rafforzava l'atmosfera da fiaba e mi dava uno scopo. Infatti, le fantasie di Chiara coloravano i nostri incontri di gruppo. Finché non tornavamo a casa e ritornavamo noi stessi. Mi perdevo sempre per qualche giorno e mi sentivo come se stessi fallendo.
Secondo il Focolare, avevo una personalità troppo forte, dovevo diventare più umile, più tranquilla. Il mio io "vecchio" era troppo vivace, troppo testardo. Così, dopo essere stata inizialmente colpito dalla guida di alcune focolarine che hanno fatto del loro meglio per temperare le mie buffonate giovanili con pazienza e amore, la mia vita fu messa in una sorta di camicia di forza spirituale. Cominciai a perdere le opportunità spontanee di essere il tipo di cavaliere nobile per i deboli, come avevo immaginato da bambina. Questa era la mia aspirazione più naturale.
Al di fuori dei Focolari, nel mondo ordinario, ero popolare e schietta e avevo un'immagine completamente diversa rispetto a quella che avevo nel movimento. Fuori, il mio personaggio era vissuto come una forza che proteggeva me stessa e gli altri, come la ragazza che mi aveva introdotto ai Focolari. Monica proveniva da una grande famiglia in cui tutti partecipavano intensamente al movimento, il che si traduceva nell’uso di un linguaggio molto specifico, di espressioni facciali italiane e di un abbigliamento antiquato. A scuola cercai di coinvolgerla nel gruppo, di fare da "ponte" in modo che si integrasse e non fosse sola in classe. L'ho anche incoraggiata a seguire le sue ambizioni, a pensare al di fuori dell'influenza della sua famiglia. Era una persona intelligente e divertente e all'epoca volevo esplorare il suo mondo. A casa sua, i Focolari erano la guida e Dio e la vita erano discussi molto più intensamente che nella mia famiglia. Il mondo esterno era in gran parte visto come basso e negativo, cattivo e sbagliato. Ed era una novità per me vedere i suoi 3 fratelli maggiori e la sorella aspirare a posizioni nel movimento. Ho mantenuto stretti contatti con la casa dei Focolari più vicina e presto ho iniziato a frequentare anche gli incontri settimanali dei giovani del movimento, chiamati Gen. Da quel momento in poi, la mia coscienza spirituale iniziò lentamente a cambiare da quella di un giovane nobile paladino, a quella di un diplomatico di Dio disciplinato, che taceva se non gli veniva dato il permesso di parlare.
La mia immagine di cavalleria si trasformo’ in "sacro dovere di essere migliore", di parlare con un linguaggio raffinato, di presentarmi ai Focolari con un impeccabile biglietto da visita divino e di compiere piccole azioni in una storia eroica di Amore per il prossimo durante gli incontri settimanali della "unita’ Gen”. Secondo il Focolare, raccontare tali esperienze erano necessarie per rafforzare l'amore reciproco nel gruppo. E l'Amore più apprezzato era quello che risultava in azioni fatte contro la nostra volontà e desideri. Ci è stato insegnato ad affrontare il dolore e a trasformarlo in amore per Dio.
A casa dei miei raramente ho dovuto aiutare, nel movimento era una questione d'onore portare a termine i compiti più difficili con precisione militare. All'epoca pensavo che fosse davvero nobile. Ma lavorando sempre contro la propria volontà, la spontaneità si trasforma in una sorta di dovere autoimposto, una formula morta che costa molta più energia di quanta se ne possa rigenerare.Tale dinamica mi ha spesso messo in difficoltà, insegnandomi a mentire perche’ quando non avevo compiuto azioni significative agli occhi dei Focolari, ho imparato a rendere il racconto delle esperienze più significativo e speciale.
Il Focolare mi chiamava per ogni genere di cose, tenendomi occupata sia fisicamente che mentalmente in modo che raramente ero a casa. Nei fine settimana i Gen erano impegnati nelle organizzazioni benefiche del movimento, come cuocere frittelle af un mercato invernale per un progetto in Camerun, o promuovere i nostri mercatini andando di porta in porta, raccogliere articoli da vendere, fare cartoline di Natale, ascoltare le registrazioni dei discorsi di Chiara per ore e soprattutto mettere in pratica le idee ed eseguire gli incarichi di una di noi che era stata nominata responsabile del gruppo locale. Per quanto inesperteb e inadatte, le persone che venivano nominate erano considerate dal focolare in grado di guidare il gruppo e fornire suggerimenti che non si potevano ignorare: "Forse potresti fare questo o quello, meglio in questo o in quel modo?" Oppure "forse dovresti avvicinarti a quel nuovo contatto in questo o quel modo e poi invitarlo alla riunione annuale (di reclutamento)” come fossero un ordine.
La personalità individuale doveva essere minimizzata e mantenuta in ombra nel movimento, pertanto, ovviamente, non venni nominata responsabile in quel periodo. Invece ero considerata adatta a distribuire la "Parola di vita" mensile, una frase del Vangelo stampsta su un foglio A4 piegato a meta’ con sotto il commento di Chiara su come metterla in pratica. Oppure spostare anziani immobili, preparate i collegamenti telefonici internazionali con Chiara, “collegamenti”, ecc. Anche lavare i piatti e stirare e, se fossi riuscita a dimostrarne l'importanza per l'Unità, mi veniva persino permesso di studiare per un po'.
Essere presente nella casa dei Focolari, un luogo in cui le persone vivono insieme come preti e suore, era diventato per me l'obiettivo più importante, nonostante avesse profondamente interrotto I miei colloqui personali con Dio. Anche se razionalmente lo consideravo sbagliato, anche io ho iniziato a parlare, guardare e ridere come un focolarino. E anch' io iniziai a usare un linguaggio rassicurante, il cui effetto ipnotico era evidente: le persone vivevano le conversazioni come una benedizione e cominciavano a esprimere i loro sentimenti più profondi. L'ultima genuflessione che ho fatto è stata iniziare a difendere Chiara come leader carismatica. Avevo soppresso il più possibile le mie critiche, nonostante continuassi a sentirmi a disagio quando vedevo una folla frenetica correre dietro a Chiara e alla sua auto. Perché non ha mai messo fine a questo comportamento? Che cosa aveva a che fare questo con Dio?
Nella mia tarda pubertà conclusi che la vita nel movimento era la mia vocazione, anche se Dio era sempre più soffocato dal suono delle mie stesse domande e preghiere. Accettai di negare me stesso come il più grande atto d'amore, e così ai Focolari fu data l'opportunità di insinuarsi piu’ profondamente nel mio essere. Ero diventata l'immagine di quel povero bambino adottivo salvato dai Focolari e abbracciai le osservazioni sempre più pressanti nei miei confronti: che gli scherzi non erano appropriati, che il gioco non poteva mai essere un gioco e che la mia idea di cavalleria era fuori luogo... Dovevo mettermi eroicamente in ginocchio davanti a Dio, il che significava per I focolari essere malleabile. E una volta che fui completamente convinta ad abbandonsre il mio testardo io "vecchio", la mia posizione fu improvvisamente aggiornata ad "interna", cioe’ una persona che faceva parte dei membri principali del movimento. Così i Focolari premiano il talento e la forza di una persona che ritengono possa essere utile, dopo che la sua personalità e critica sono state annullate. A meno che, naturalmente, questo modo di esprimersi individuale non fosse utile per creare nuovi contatti. Altre persone del movimento, proprio come accade nel resto del mondo "senza Dio", sono state tenute fuori dalla leadership.
Le persone invece che non si sono discostate di un centimetro dalla linea tracciata da Chiara, sono state rese responsabili dell’ "Opera" (il movimento dei focolari e’ conosciuto anche come Opera di Maria) a tutti i livelli della dirigenza, siano essi stati capaci o meno. E nel corso del tempo, a questi individui fu data ogni tipo di autorità psicologica e teologica. Potevano regolarmente umiliare e rimproverare le persone sotto la loro cura sanche senza motivo. Spesso, alle persone veniva chiarito in modo (rievocato) italiano, quale fosse "la vera volontà di Dio" su di loro. Il tutti era sempre mirato a ferire e distruggere il senso di autostima. I Focolarini erano estremamente sicuri della propria rilevanza, oggi tuttavia li trovo piuttosto poveri spiritualmente.
Un esempio della mancanza di capacita’ di guida. Una volta ho lavorato in un centro del movimento nei Paesi Bassi con una persona fisicamente e mentalmente vulnerabile. Stavamo usando un prodotto spray chimico narcotico molto forte per pulire a mano l'enorme muro esterno. Senza protezione per la bocca e sotto il sole estivo. Dopo poche ore, la responsabile dei Focolari olandesi, chiamata ‘capozona‘, Lella, arrivio’ con alcune focolarine e mi chiesedi camminare con lei per discutere alcune questioni. Un'altra focolarina venne incaricata di sostituirmi nel lavoro che stavo facendo insieme alla donna vulnerabile. Poco più di un'ora dopo andammo tutti a pranzo e cercai la donna con cui avevo lavorato sul muro esterno. Nessuno sapeva dove fosse, e la focolarina che sarebbe dovuta rimanere con la donna al mio posto, si sedette a tavola con Lella completamente assorbita dalla storia che questa stava raccontando.. Si "era fatta una cosa sola" con Lella a tal puntoche che non si preoccupò della mia domanda. Alla fine andai a cercarla e tornai al muro esterno. La donna stava ancora raschiando la vernice dal muro, tutta rossa e stordita dal sole. Cerco’ persinodi scusare l'assenza della focolarina: «È andata a prendere qualcosa da bere ma tornerà subito!». La focolarina l'aveva infatti abbandonata per stare con Lella il piu’ presto possibile.
La donna vulnerabile al muro era rimasta un'estranea, anche in quel luogo di amore reciproco. Questo fatto mi tocco’ profondamente e mi fece arrabbiare. Non dovevamo infatti mettere in pratica parole come "ama Gesù Abbandonato", che significa: rimani con coloro che ne hanno bisogno, non cercare la tua gloria. Ma quando le parole vengono pronunciate così spesso, perdono il loro significato pratico. Dov'era l'amore per quella donna, per le persone che portano i loro problemi invisibilmente? Le focolarine non hanno nemmeno visto come quella donna aceva assunto il suo compito con amore, al punto di giustificare la focolarina assente: "Perdonala, non sa quello che fa". Non e’ cosi’ che si vive l’amore per il prossimo, come Gesù ci ha chiesto.
L'unità nel movimento non riguardava la risoluzione dei problemi e il godimento dell'Unità insieme. Si trattava di articolare pubblicamente ferite aperte, sperimentare (o lasciare che gli altri sperimentassero) il dolore e poi dargli una svolta eroica come se stessimo obbedendo alla "Volontà di Dio". La mia mancanza di genitori biologici doveva essere sentita e interpretata come un pesante fardello, un'incessante mancanza di amore che solo l'ideale di Chiara Lubich e il nostro amore reciproco potevano risolvere. Il Focolare voleva "appropriarsi" della storia della mia vita a tutti i costi. Quindi non mi è stato permesso di essere felice della mia vita, che era molto più colorata del bianco e nero del messaggio di Chiara. Il suo mondo fantastico era contrastata dalla mia realtà di un'educazione spensierata e amorevole con piacevoli esperienze infantili, amici molto simpatici e genitori affidatari. Fu per questo che ero una dei pochi che poteva ascoltare per notti e notti le difficoltà dei giovani Gen che vivevano con genitori biologici. Ho condivisi le mie intuizioni che poi sono state rifiutate dai Focolarini, e spesso temute. Non mi conformavo allo stampo, solo le parole e le linee guida di Chiara potevano portare felicità.
Ferite sessuali
Il movimento cattolico dei Focolari, ha il suo centro a Roma in Italia, una realta’ che per me era ancora sconosciuta e lontana. Nei Paesi Bassi eravamo abituati a molte altre fedi, movimenti ecclesiali, secolarizzazione e una morale sessuale più libera, che ci ha fatto sperimentare il cattolicesimo in modo molto più personale rispetto alla popolazione cattolica dell'Italia di Chiara. Ai congressi annuali di Roma abbiamo visto come Chiara seguisse una linea rigorosa e si aspettasse che noi giovani evitassimo qualsiasi rapporto fisico o contatto, anche su noi stessi. Solo un futuro matrimonio tra un uomo e una donna rendeva ammissibile il contatto tra i sessi. Ogni altra forma di affetto era proibita e l'amicizia era vista come un ostacolo all'Unità fra I membri del movinento.
I Gen olandesi sono stati cresciuti con valori e norme che valorizzavano l'affetto e l'amicizia, il che ci ha reso difficile seguire le regole applicate dai Focolari. Per me, significava che dopo aver imparato a sopprimere il mio pensiero, dovevo iniziare a negare la mia consapevolezza corporea durante la pubertà. E senza che avessimo fatto un voto volontario, il movimento si aspettava che ci dedicassimo totalmente a Dio e vivessimo "in purezza" come giovani, come facevano i monaci. Questa pressione mi ha danneggiato psicologicamente.
Ma c'è stato un intervento. Quando avevo 12 anni, il mio padre biologico mi mandò in un collegio d'élite a Venray per finire il liceo (Havo). Questo collegio era completamente al di fuori della sfera di influenza dei Focolari, il che mi ha reso più consapevole di me stesso e delle mie origini. Ho dovuto abituarmi a un lusso senza precedenti e al personale che era a nostra disposizione 24 ore su 24. Il collegio era riservato ai bambini dell'alta nobiltà, ai diplomatici e ai fortunati uomini d'affari e si trovava accanto al liceo dove prendevamo lezioni. Oltre allo studio, l'obiettivo principale era quello di sviluppare la propria individualità, quella parte di me da cui i Focolari avevano voluto tenermi lontano. Gli insegnanti mi hanno incoraggiato ad assumere attivamente posizioni di autorità e ad essere un esempio di civiltà e carità. In realtà, questo era tutto ciò che avevo immaginato fosse il ruolo di un nobile cavaliere fin dalla mia infanzia!
Con tutti le lezioni sui "vizi" impartiteci dai Focolari ancora freschi nella mia mente, non riuscivo a scoprire nulla di egoista, avido, avaro o presuntuoso in collegio. Queste erano etichette fuori luogo che i Focolari apparentemente appiccicavano agli altri per ritrarsi come i migliori custodi di Dio, del denaro e dei beni. In collegio abbiamo imparato molto bene a usare con rispetto i nostri beni (a volte considerevoli), compreso il possesso del corpo e della vita. Non solo per beneficienza, ma per condividere con gli altri liberamente. Si potrebbe dire che abbiamo imparato a fidarci l'uno dell'altro. E così ho riacquistato la mia voce, con Dio ancora senza nome al mio fianco.
Mi innamorai perdutamente di una ragazza del collegio, Pascale, ma rimasi completamente paralizzata dai miei sentimenti. Improvvisamente avevo enormi paure, non a causa dei miei sentimenti ma a causa della mancanza di controllo sui miei pensieri di cui volevo liberarmi a tutti i costi. Naturalmente, nessuno si accorse del mio sforzo a combattere il bisogno di stare vicino a questa ragazza tutto il giorno, di inalare il suo profumo su sciarpe e maglioni... Per non parlare del fatto che qualcuno potesse sospettare quanto disapprovassi me stessa a causa di questo bisogno fisico.
Ma Pascale era leggera come una farfalla, disinibita e aperta alle mie attenzioni. Mi presentò semplicemente a suo padre, direttore di una multinazionale petrolifera, che la visitava regolarmente. Avevamo lo stesso umorismo e lui era affettuoso come sua figlia. Ma non capivo affatto i segnali, non mi fidavo dell'amore ed ero costantemente all'erta per l’inevitabile arrivo della tristezza. Così mi nascosi dietro la mia chitarra e, vestita con abiti eleganti e con una sigaretta in bocca, mi costrinsi a sedurre altre ragazze che erano interessate a me. Ma non riuscivo a temperare i miei sentimenti per Pascale.
Ho trovato tutto molto complicato con le mie inibizioni e paure autoimposte, chiaramente derivanti da ciò che il Focolare aveva instillato in me come giusto e sbagliato. Quindi, invece di essere felice e godermi la presenza quotidiana di una bella ragazza per 4 anni, ero diventata troppo dipendente da una sorta di immagine autoimposta di distanza e controllo. Il che significava che dovevo gestire in silenzio tutta la mia gelosia infondata, cosa che ovviamente non avrei mai potuto ammettere a Pascale. Ho cercato di spiegare, ma mi sono sempre persa nella sua eleganza e bellezza abbagliante. Era allegra e rilassata e sembrava non aver bisogno del mio sostegno, il che mi rendeva incerta sul mio significato. Mi trascinava poi in ristoranti e gioiellerie con la sua vivacità e nel nostro tempo libero creavamo scenette comiche e lei ride a a crepapelle delle mie espressioni facciali... Tali momenti erano per me nuovi e così preziosi, che quasi mi procuravano pena. Tutto cio’ era impensabile nei rapporti tra Gen e focolarini, fuori dal movimento potevo essere completamente me stessa. A poco a poco diventai più dipendente dall'apprezzamento di Pascale, che mi inondava di calore ed energia ma, naturalmente, non riusciva a rafforzare la mia personalità dall'interno. E questo era necessario, perche’ dovevo prendere una posizione nella mia vita, indipendentemente da lei.
Durante la cerimonia di consegna del diploma ho recitato un pezzo preparation per l’esame finale insieme a Pascale nello Stadstheater, che si è rivelato un grande successo. Abbiamo anche pensato di fare un provino per la scuola di recitazione, ma ho continuato ad avere dubbi e quindi abbiamo perso la candidatura. Inoltre ebbi un attacco di panico durante la cerimonia; sapevo che il mio cognome ufficiale sarebbe stato indicato sul diploma, e non il nome dei miei genitori adottivi, che tutti conoscevano. Mi bloccai e ricordando stralci di conversazioni con I Focolari, ed occhi di nuovo concentrati su una vittima interiorizzata, essendo Rosh la bambina adottata. Rimasi silenziosa come un topo, sentendomi di nuovo messa alle strette. Presi il diploma sul palco decisa ad evitare che i genitori di Pascale mostrassero interesse per i miei buoni voti. Ovviamente non potevo passare davanti ai loro posti inosservata, quindi mi sentivo ancora peggio. Durante una festa più tardi quella sera dissi ai presenti che non avevo veri desideri recitativi. Non osavo infatti cedere a quella che i Focolari consideravano una “ricerca della mia gloria”.
Mi divenne chiaro che ero ben lungi dall'essere in grado di avere una relazione normale o raggiungere il successo coltivando I miei talenti. Lasciai Pascale per "ricominciare" (parole del movimento) come se fosse mai stato possibile. Mi sono trasferita in un appartamento nella vicina città di Nijmegen per fare altri due anni di studi pre-universitari, mentre mi aggrappavo disperatamente a un amica di universita’ e alla vita notturna con alcuni vecchi amici del collegio. Ero una diciottenne sola che doveva ancora imparare a vivere da sola in una piccola casa, senza un ambiente sociale familiare. Ho iniziato a bere di più e a rimorchiare ragazze in un club senza riuscire a trovare uno scopo. Finché delle Gen non vennero a trovarmi e mi invitarono a casa loro e alle loro riunioni. Ritornavo cosi’ all'unico posto familiare per la mia anima.
Ferite da lavoro
Non riuscivo più a studiare, quindi ho smesso. La bambina creativa che aveva preso lezioni di tromba e chitarra alla scuola di musica, aveva scolpito figure umane in argilla e aveva realizzato ogni tipo di schizzi, fu improvvisamente completamente rimossa dal suo stato naturale per “servire l’umanita’” secondo il programma dei Focolari. E per farlo, avevo bisogno di ascoltare gli altri. Come potevo usare al meglio i miei talenti?
A questa domanda ha presto risposto la responsabile dei Focolari olandesi, la "capozona" Lella: "Vorremmo che tu venissi ad aiutarci a costruire il primo centro Mariapoli nei Paesi Bassi. Cosa ne pensi?” “Si, Lella.” Ho semplicemente obbedito.
La Chiesa cattolica possedeva la tenuta di un ex conte di Baak, su cui sorgeva una grande casa storica con diversi annessi, circondata da un fossato. Il tutto era stato messo a disposizione del Movimento dei Focolari. Ero felice di offrire me stessa e la mia forza fisica per aiutare, nella speranza di rimettere in ordine anche la mia vita. All'epoca non mi rendevo conto di venire sradicata spiritualmente da quelle stesse persone con cui volevo ritirnare a vivere nel sacrificio e nella negazione di se stessi Penso che fosse perché ora vedevo il Movimento come una salvezza, e provavo gratitudine verso di loro.
Da parte loro, i Focolari mi hanno accolto come una provvidenza di Dio e hanno considerato il lavoro di volontariato che ho fatto per loro come la volontà di Dio per me, e non come qualcosa per cui loro stessi avevano una responsabilità (condivisa).
Alcuni giovani Gen hanno lavorato con me alla ristrutturazione di un grande fabbricato dove in precedenza era stato attivo un ordine religioso. Si dovevano rimuovere e adattare alcune delle strutture in modo che potesse essere utilizzato come un moderno centro "Mariapoli", un luogo in cui vivere e lavorare per i membri dei Focolari. Per prima cosa abbiamo demolito oltre 20 camerette (dormitori in legno per suore senza soffitto) per costruire nuove camere simili a quelle degli hotel per gli ospiti che sarebbero venuti durante i fine settimana o le vacanze. Non erano previste misure di sicurezza per questo lavoro volontario; infatti, abbiamo utilizzato strumenti e attrezzature che non erano adatti a questo lavoro pesante - ed essenzialmente professionale. Mentre cantavamo tutte le canzoni del gruppo musicale internazionale "Gen Rosso", si presentavano regolarmente situazioni pericolose con schegge di legno che volavano intorno o detriti che ci cadevano addosso. Ma anche in queste situazioni i Focolarini credevano che attraverso la buona volontà e il servizio a Dio, tutte le difficoltà potessero essere superate: Dio stesso ci avrebbe protetto da tutti i pericoli: era una “avventura divina”. Così ringraziai il cielo quando scivolai accanto e non sopra un grande chiodo. Col senno di poi, trovo questo modo di lavorare molto irresponsabile e rischioso.
Eravamo disponibili per attività nel centro Mariapoli 24 ore su 24, cosa che a volte ci lasciava stordite dalla stanchezza. Lella gestiva personalmente la costruzione del centro. Mi chiamava spesso per prendersi cura dei giovani e dei volontari che venivano ad aiutarci durante il fine settimana e guidarli nel loro lavoro. In quelle occasioni molti mi raccontavano le loro esperienze di vita che mi toccavano profondamente. Arrendendomi alla situazione, trovavo parole e avevo intuizioni che si sono rivelate preziose indicazioni o conforto per queste persone. E anche se le lotte di queste persone mi colpivano duramente e senza filtri, mi sentivo illuminata. Semplicemente non ero preparata per questo compito, e mi sentivo mentalmente aggravata e impotente. Eppure Lella mi faceva molti complimenti, mi aveva persino incoraggiato dandomi più responsabilità durante la ristrutturazione. Ho lavorato su quasi tutte le parti degli edifici: scheggiatura di pietre per cavi elettrici, demolizione e ricostruzione di muri, costruzione di molte camere da letto con telai in legno e cartongesso, installazione di soffitti, livellamento e piastrellatura di pavimenti in servizi igienici e bagni, sverniciatura e piastrellatura della cucina centrale in una cantina a volta, posa di tappeti in spazi enormi, appendere tende a grandi altezze, tappezzare una grande veranda e le aree da pranzo, levigare e dipingere telai di finestre storiche, porte e scale, trattare le pareti esterne e intonacare le pareti interne. Ma anche lo svuotamento non protetto delle soffitte con isolamento in amianto e l'installazione di isolanti in lana di vetro, senza mascherina.
Non sorprende che all'epoca sentissi regolarmente un solletico nei polmoni e che ora, 40 anni dopo, abbia problemi respiratori. Inoltre nel 2004 ho improvvisamente sviluppato un mal di schiena acuto e non sono stato in grado di camminare per un anno. Dalla radiografia il medico ha trovato una forma inspiegabile di osteoartrite legata all'età, che si verifica solo occasionalmente negli operai edili. Avevo 41 anni e non avevo mai fatto alcuno sforzo fisico se non a Baak. Solo di recente mi sono reso conto che questo era il risultato del duro lavoro al centro del movimento, e dei grandi rischi che abbiamo corso durante quei lavori di ristrutturazione.
Sono sfuggito alla morte più volte. Ad esempio una volta durante il lavoro isolamento termico del sottotetto dell'edificio principale, sono caduto attraverso il soffitto sottile in gesso con un nido di pipistrelli morti e vecchi materiali isolanti in asbestos amianto (!) Sono letteralmente atterrato centimetri accanto a una enormi scalinata di almeno 10 metri di profondità. Dato che non mi ero rotto nulla ed ero ancora vivo, l'impalcatura traballante che avrebbe dovuto sostenere le travi del soffitto, rimase in uso. Un volontario mi portò una tazza di tè e minimizzò l'incidente assicurandomi che ero protetta da Dio. Come ero stata protetta quando ero su una vecchia scala instabile e un bordo di pietra si stacco' dal tetto fortunatamente sfiorandomi solo il braccio! È quante alter cose sono andate storto.
Durante l’anno passato al centro Mariapoli, Lella mi chiedeva regolarmente di aiutarla nelle decisioni riguardanti il lavoro di costruzione e l’organizzazione degli incontri. Ma chiedeva anche una crescente attenzione alle sue esigenze personali. Il nostro rapporto divenne più confidenziale, lei prestava molta attenzione alle mie critiche ai Focolari, in cui lei stessa sembrava essere invischiata. Oltre al suo interesse per il mio lavoro, ora più di 14 ore al giorno, mi difendeva risolutamente dalla disapprovazione di alcuni membri dei Focolari, mi invitava a non scoraggiarmi e soprattutto a continuare con il motto: "Ama e fai quello che vuoi!" Era lei che assegnava i compiti ai responsabili del centro a seconda dei colori ( che rappresentavano I diversi aspetti della sporitualita’ del movinento). A me fu assegnato il colore indaco (=saggezza) e giallo (=preghiera e fede) come priorità. In questo modo Lella mi ha mostrato il mio valore e mi sono sentita riconosciuta. Allo stesso tempo inizio’ a farmi visita da sola nella mia camera da letto la sera per parlare, confondendomi con gesti molto intimi. Queste visite mirate e il comportamento di Lella nei miei confronti presenza furoni certamente notati dalle Focolarine intorno a lei. Improvvisamente venni riconosciuta da loro come "importante" nell'ordine gerarchico e tutte annuivano in accordo alle mie dichiarazioni. Come se fossi diventata improvvisamente l'interprete della "volontà di Dio".
Una sera la responsabile delle Gen mi sorprese con l'annuncio che avrei potuto frequentare la scuola internazionale Gen a Loppiano (Italia). Questo viaggio di diverse settimane in una delle cittadelle del movimento, e’ un esempio importante delle ambizioni dei Focolari verso i membri: a quanto pare mi avevano trovata adatta ad assumere un ruolo di dirigente ma non dovevo ricavarne alcuna autostima. Il cardinale Simonis si era offerto di pagare il mio viaggio, il che mi fece chiedere se fossi spiritualmente sulla buona strada. La visita a Loppiano era un occasione di approfondimento e fummo sistemati con giovani di tutte le nazionalità in case diverse. Ogni giorno seguivamo un programma basato sulle intuizioni di Chiara, la carità in aspetti come lo sport e il lavoro, creavamo spettacoli musicali sul tema della fede. Non avevo un rapporto equilibrato con Dio. E facevo fatica ad accettare il rigoroso rifiuto delle amicizie "speciali", che rendevano sospetto qualsiasi contatto personale prolungato, limitando i nostri rapporti allo scambio di esperienze spirituali e brevi convenevoli. Ma quello con cui avevo più difficolta’ era la finta fratellanza: il gesto di porgere il caffè a qualcuno con una mano e sparargli con l'altra. Sapevo per certo che la vita dei Focolari non faceva per me.
Lella mi suggerì di andare a studiare ad Amsterdam, vicino al centro della zona. Mi convinse a fare la scelta della fisioterapia, una "bella professione per far progredire l’ "Opera” e sostenere i Focolari, secondo lei. Decisi di accettare la sua richiesta come un incarico.
Poco prima che lasciassi Baak, l'assistente finanziario di Lella mi fermò con una richiesta urgente di 350 euro come contributor alle miei spese di alloggio al centro Mariapoli. Qualcosa scattò dentro di me. Rimasi senza parole nel corridoio con i miei vestiti logori senza capire. Non avevo dato tutto il mio tempo, la mia salute e la mia forza per trasformare l'intero centro di Mariapoli in un hotel di lusso? Non avevo anche pagato l'affitto per una stanza a Nijmegen dove non ho mai soggiornato, e tutte le spese di trasporto, ed i vestiti e gli effetti personali consumati? E ora l'assistente di Lella voleva ancora di più? Questo era venuto da Lella? Chiamai i miei genitori, che furoni furiosi. I miei ex amici del movimento non esitarono un attimo e vennero immediatamente a prendermi in macchina. Non diedi i soldi.
Dopo questo incidente volevo vivere da sola, ma a causa della continua carenza di alloggi nella capitale sono rimasta in una stanza che il movimento mi aveva messo a disposizione nella "Casa Gen”, un grande appartamento per i Gen "interni" che studiavano o lavoravano. Nel frattempo, Lella continuava a invitarmi a trovarla al centro zona, una casa dei Focolari nelle vicinanze, dove ora lei soggiornava più spesso che a Baak. Le sue intenzioni nei miei confronti divennero più raffinate, ma allo stesso tempo più intime, qualcosa che ora si chiamerebbe 'grooming'. Lella cercava la mia vicinanza per mezzo di richieste organizzative di aiuto, e quando eravamo soli continuava a tenermi la mano più a lungo, accarezzandomi il viso e i capelli e usava il tono di voce e gli occhi per esprimere il suo "interesse umano" e quindi proibiva l'amore per me. Lo faceva anche con un intero gruppo di persone presenti. Ad esempio, parlava con un gruppo su un argomento come "Affetto" e improvvisamente si voltava verso di me e diceva: "Abbiamo tutti bisogno di controllare i nostri desideri, non è vero Rosh?!" Si sarebbero potuto pensare che Lella avesse semplicemente un grande cuore e volesse connettersi con le mie lotte personali riguardanti l'intimità, ma quando sei tu l’oggetto di tale attenzione, sai bene quale sai il vero scopo. È difficile identificare i veri motivi quando gradualmente si va oltre l'integrità personale con piccoli gesti e parole. E ancora di più quando una donna usa l'attenzione materna per approcci con sfumature sessuali.
Lella aveva sentito che mi piaceva molto camminare in montagna, e quell' estate mi suggerì di andare in vacanza nel Nord Italia con alcune Focolarine che vivevano vcon lei. Non ero stata in grado di allacciare molte amicizie ad Amsterdam, quindi acconsentii. L'ambasciatore italiano nei Paesi Bassi ci aveva messo a disposizione la sua casa di Sestriere. Ho subito sviluppato un legame molto profondo con una Focolarina brasiliana che era molto riservata, Abbiamo camminato molto insieme e spontaneamente condiviso il nostro interesse per l'arte, la musica e la poesia, avevamo persino intuizioni simili sulla vita con Dio e i Focolari, con i quali aveva vissuto in Europa da 25 anni. Parlando liberamente delle nostre vite, abbiamo ottenuto un quadro migliore di noi stessi e della nostra storia. Era stata fraintesa per anni a causa delle sue amicizie, ed era quindi regolarmente inviata in un altro paese. In vari modi, lo stile di vita militante dei Focolari ci aveva spiritualmente messi alle strette.
Ad Amsterdam continuavamo a incontrarci "segretamente" nei parchi, nei mercati e guardavamo partite di calcio alla televisione nel centro zona quando era sola. Tutte cose con cui potevamo identificarci di nuovo come persone. Sviluppando questa relazione, la distanza da Chiara e dal movimento crebbe e a un certo punto scoprii che l'arte era il mio 'linguaggio' personale e che volevo studiarla. La focolarina amava il mio lavoro e veniva regolarmente nel mio studio o alla casa gen quando ero sola. Mi ha incoraggiato a diventare un'insegnante perché pensava che avevo la capacita’ di spiegare in modo chiaro. Un giorno però una delle gen tornò a casa dal lavoro piu’ presto del solito e capimmo subito che la presenza di una focolarina in casa Gen, era sospetta e sarebbe stata segnalata a Lella. Questa hiamò subito la focolarina e, in mia presenza, la affrontò in modo sprezzante sul suo voto di castità, sulla cattiveria del nostro rapporto e sul fatto che fosse stata nella mia camera da letto.
Lella si rivolgeva a lei come una madre severa, come se avessi avuto bisogno di protezione da una focolarina che non aveva chiare le sue priorità. Ma eravamo due persone adulte che avevano solo bisogno di un po' di spazio per vedersi come esseri umani mentre Lella, regolarmente, andava oltre ilimiti con lei come con me. Senza chiedere e senza ricevere il permesso. Poteva scambiare il ruolo di madre con quello di seduttrice a volontà, solo perché era la persona con il ruolo gerarchico piu’ alto nei Paesi Bassi. Non esiste nessuna preparazione professionale per chi ricopre una posizione gerarchica ai vertici nei Focolari. L’episodio con la focolarina brasiliana mostro’ il lato peggiore di Lella che la incolpo’ di una "amicizia speciale" per frustrazione e gelosia. Ma chi poteva controllare Lella e accusarla delle stesse colpe?
Nel giro di pochi giorni, il 'Centro dell'Opera' di Roma decise di espellere la Focolarina dal movimento e rimandarla in Brasile con soli 1000€. Lella disse che non condivideva tale decisione, ma che doveva sottostare al giudizio di Roma. Cosi’ una donna di 49 anni molto capace, dopo 25 anni di servizio e importanti contributi economici a un Focolare europeo, venne semplicemente eliminata. Lella mi permise di accompagnarla all'aeroporto con le focolarine ed ebbi a malapena un minuto per salutarla. Dopodiché, nessuno voleva sapere come saremmo sopravvissute, a 1.000 chilometri di distanza e al di fuori della "famiglia dei Focolari".
Qualche mese dopo, Lella mi chiamò di punto in bianco per chiedermi come andavano le cose. Non mi sarebbero piaciuto andare a parlare con lei di nuovo? Dopotutto, non era colpa mia se una focolarina brasiliana mi aveva sedotto mentre era sposata con Dio. Si permise anche di giudicare i brasiliani che secondo lei erano come giovani non ancora spiritualmente maturi... Io pero’ sarei stata sempre benvenuta. Ancora una volta, ero scioccata e arrabbiata. Le dissi esattamente cosa pensavo della situazione e conclusila conversazione con queste parole: "Tu inchiodi le persone su una croce e poi ti metti sotto di loro a pregare!" In pochissimo tempo la casa gen fu venduta e io rimasi senza alloggio. Per fortuna Dio non mi aveva abbandonato e un’amica di Amsterdam mi trovo’ una stanza.
Ferite dei limiti
Dopo qualche anno incontrai un'attrice inglese ad Amsterdam, Clare, che lavorava sia nel cabaret (politico) che nel musical Buddy Holly a Londra. Era venuta nel mio pub durante le festività annuali del Giorno della Regina e si era seduta sullo sgabello accanto al mio. Prima ancora che ci salutassimo mi sussurrò all'orecchio: «Posso chiamarti Signore?» Riconobbi il suo comportamento elitario giocoso dal collegio, e a quanto pare lei aveva capito il mio atteggiamento distante. Quella sera Clare mi sfidò a unirmi a lei in un gioco sessuale come partner dominante. Non sapevo cosa fare e quindi ho reagito automaticamente come avevo fatto con I Focolari: guidare servendo e servire soffrendo. Prendere o lasciare, e con Clare ero io a limitarla fisicamente. Mii ordinò di plasmare la sua intimità sottomessa con delle manette. Non mi rendevo conto allora che ero finito di nuovo in una situazione di abuso, solo ora nella forma opposta. Pensavo di avere la mia vita in pugno, ma in realtà Clare determinava come doveva essere il mio dominio.
Sono rimasto completamente intrappilato nei miei bisogni sessuali. Viaggiando avanti e indietro tra Londra e Amsterdam, il gioco dei ruoli con Clare divenne essenziale e decidemmo che mi sarei trasferito a Londra quando lei avrebbe avuti una posizione permanente nel musical di Buddy Holly al Victoria Palace Theatre. Si sarebbe dovuta esibire due volte al giorno, 7 sere alla settimana, comunque avevamo abbastanza soldi per viaggiare mentre finivo il mio ultimo anno di studi artistici ad Amsterdam. Ho lasciato la mia casa ad Amsterdam pensando di essere pronto a "ricominciare da capo".
Mi ci volle un altro mese per scoprire che Clare era stata dipendente dalla cocaina per anni e aveva il suo spacciatore in teatro. Mi sentii ingannato e tradito e mi allontanai mentalmente da lei. Diventai come un'isola nella sua isola, con solo pochi amici olandesi in cui potevo trovare conforto. Tuttavia, mi accuso’ di aver usato più cocaina per colpe mia, mi incito’ a legarla più stretta e poi colpirla. Attratti dalle sue fantasie e dai miei bisogni, siamo finiti in feste stravaganti con attori e molti personaggi famosi del mondo del teatro. I suoi limiti divennero i miei.
Questa relazione dannosa durò un anno e l'uso di droghe di Clare fece emergere in lei altri problemi psicologici, come l'MPD (Disturbo di personalità multipla) . Ho avuto modo di conoscere più personalità in Clare che si alternavano, cosa che fu un’esperienza intense. Mi confesso’ di aver smesso di prendere il litio, il che amplificava le cose. Non avevo più energie e con le mie ultime forze la mandai urgentemente da uno psichiatra. Quella stessa notte sono fuggito su un traghetto per Amsterdam. L'unica cosa che mi teneva al caldo era un dolce sconosciuto che si sedette accanto a me come un angelo per tutto il viaggio.
Le profonde esperienze a Londra avevano tutto a che fare con due persone opposte. Una aveva avuto troppa libertà nella sua vita e quindi non voleva pensare e decidere da sola. L'altra, dopo una vita rigorosa con i Focolari, aveva così poca voce in capitolo sulla sua vita che aveva bisogno di essere riconosciuta per quello che era.
Clare e io fummo entrambe danneggiate dal confondere l'amore con i comandi in maschera. Si è scoperto che io, per esempio, ero completamente inconsapevole dei miei confini e di come stabilirli. Ma per quanto complicato potesse essere, ora dovevo imparare a proteggermi dall'automatismo obbediente e dal Co formarmi al comportamento desiderato. Dovevo trovare il modo di vivere con la mia autorità e di stabilire difese naturali.
Era il 1991 ormai, avevo 27 anni ed ero di nuovo al punto di partenza. Non mi Ero ancora laureato come insegnante d’arte ed ero di nuovo senza una casa. Alcuni amici di Amsterdam mi hanno accolto fino a quando non mi è stata offerta la mia prima casa. È successo il giorno del mio compleanno, che ho vissuto come un vero dono del cielo. C'era persino un aspetto umoristico in quanto la casa era di fronte all'ex casa Gen! In quello stesso anno - il 1992 - ho potuto completare la mia formazione come artista e insegnante d'arte, e ho conosciuto la mia attuale moglie Olga.
La vita passata con I Focolari mi perseguitava da anni. Per molto tempo ho avuto la tendenza a dire di sì a tutto, il che mi ha anche reso facilmente sfruttabile. L'istinto naturale di prendermi cura di me stesso sembrava dapprima offuscato o annullato nella mia personalità. Ma come si può amare gli altri se non si sa amare se stessi?
È stata Olga a farmi comprendere che non tutte le persone sono buone, che devo proteggere il mio io interiore. Ha spesso agito come custodes nei miei confronti per evitare che venissi abusato. Se non mi fossero state date così tante qualità alla nascita, non avrei mai più trovato la libertà di navigare attraverso le mie risorse spirituali e umane. Grazie a Dio sono stato benedetto, non grazie a Chiara.
Ferito
Tutto sommato, i Focolari hanno dimostrato di essere in grado di interrompere e ostacolare le relazioni tra le persone e Dio in modo penetrante. Rendono le persone che sono in un viaggio spirituale dipendenti dall'apprezzamento di un movimento che mette l'Unità al centro, ma non apprezzano veramente l'individualità delle persone. Tale prassi ostacola un rapporto sano con se stessi e con il mondo. La piccola Rosh è nata indipendente e completa e poi venne messa in un letto tra bambini in un orfanotrofio. Ma come tutti i bambini, dipendeva dagli adulti per la protezione e la cura al fine di far crescere solide relazioni con gli altri e nel mio caso con il Creatore, Dio, non che il suo nome sia importante.
I focolari erano più un rifugio per le persone che avevano bisogno di sicurezza o attenzione, non per individui maturi. Invece della parentela spirituale, ho trovato un movimento che voleva convincermi di qualcosa che a loro forse mancava: "Unità"? C'era molto più dolore tra le persone del movimento ma la possibilita’ di aiutare a sopportarlo mi e’ stata negata. E il vero talento delle single persone non è mai stato apprezzato.
Alla fine del 2013 è successo qualcosa di strano. Sembrava che fossi stato invisibilmente preso per mano attraverso tutte le esperienze della mia vita. Come se mi fosse stato dato uno specchio nelle parole e nelle azioni di altre persone, che si comportavano come avevo fatto io. E mentre non mi potevoi giudicare quelle persone, dovevo riflettere su me stesso, il che era estenuante. E sebbene nessuno potesse vederlo, per me era l'invito di Dio a mettermi alla prova come essere umano e imparare a padroneggiare i miei doni spirituali. E in questo, la mia personalità si è rivelata la più grande insidia: mi arrendevo troppo in fretta all'opinione di persone educate.
Ad esempio, mi è stato chiesto di diventare presidente della più grande organizzazione di inquilini consistent di 42.000 famiglie ad Amsterdam, cosa che inizialmente non volevo accettare. Quando sono stato esortato a farlo, ho migliorato molte regole e mezzi. Ma ho anche approvato le politiche del consiglio di amministrazione che erano puramente volte ad aumentare il potere commerciale della società immobiliare a scapito degli inquilini. Perché? Perché mi ero lasciato offuscare da un'attenzione lussuosa e non avevo sufficientemente controllato fatti e calcoli. E allo stesso modo il mio ruolo di reclutamento all'interno di un partito politico è stato usato puramente elettoralmente e non per gli ideali di base. Quindi sono stato come messo davanti ad uno specchio, e dovevo trovare la mia strada per ritrovare me stesso. Dio mi ha lasciato cadere deliberatamente per aiutarmi a rialzarmi. Ho imparato le lezioni più preziose.
Ferite di un nuovo inizio
Lasciare il movimento dei Focolari significa anche esserne completamente fuori. Ecco perché fino ad ora ho potuto condividere solo la storia sconosciuta e strana della mia giovinezza, con pochi altri. Gli estranei e persino le mie due adorabili figlie sospettano solo che i Focolari fossero una specie di setta. Non hanno idea della religione o della consapevolezza spirituale e non saprei come chiarirla se non nelle mie opere d'arte.
Fortunatamente, nel 2022 è stata creata un'organizzazione di ex focolarini, OREF, che è stata in grado di ristrutturare questa perdita del passato esprimendo e interpretando le reciproche esperienze e comunicandole alla Chiesa cattolica romana responsabile.
Ma il dolore rimane di non poter spiegare come noi Gen bambini abbiamo giocato spensieratamente fra nou, condiviso la vita ordinaria e, come gli altri, combinato guai durante le vacanze, solo per finire in un regime spiritualmente manipolativo. Non era come gli scout o una banda musicale, era più come un gruppo militare in una guerra religiosa. Era l'idea di un'area recintata in sicurezza, dove di notte giravmamo tra gli edifici bui, ansiosi di essere catturati dai focolarini, e alla fine ricevere un rimprovero o "purgatorio"... Finché non abbiamo capito che il nemico non era all’esterno, ma in mezzo a noi.
La struttura gerarchica che era stata istituita ha portato al controllo e al tradimento per ingraziarsi i "vertici", sorridendo, a scapito degli altri. Ho dovuto lasciare la mia compagna di scuola e centinaia di altri nell’ambiente del focolare, perché il loro interesse nei miei confronti si sarebbe limitato alla riconquista. Riportare all’ovile una "pecora smarrita" aumenta temporaneamente lo status del membro. Così quando ho contattato Monica qualche anno fa per vedere come stava, mi ha subito riferito un giudizio dei “vertici” su un'altra ex-focolarina con cui ero in contatto. Non si può essere troppo ingenui, non c'è spazio per la fiducia: la (ri) introduzione di potenziali membri, è in realtà la priorità principale del "Lavoro" del movimento. Tutti i membri hanno questo in mente, motivo per cui le molte presunte amicizie che pensavo di aver costruito, alla fine si sono rivelate come conoscenze superficiali.
I focolari sono finiti per me, c’ e’ troppo di cui rammaricarsi. Ecco perché ho iniziato a fare quello che so per certo ha un valore duraturo: dedicarmi all'arte e condividere la mia anima contenta con le persone con cui vivo un legame naturale, come con alcuni ex focolarini. Insieme dimostriamo di essere completi come persone e vogliamo lasciare che i nostri cuori parlino per il bene. E per me c'è anche un Dio che mi sostiene, mi ama e mi dà la libertà e la fiducia per prendere la strada giusta. In questo modo, solo di recente ho compreso la vita di Gesù come un perfetto esempio di cavaliere che ha vissuto ciò che insegna in libertà. Ed e’ questo il vero significato dell’essere maestro.
Rosh Knoope.
... Di buona famiglia.